Raggiolo è un borgo di pietra abbarbicato ai castagneti del Pratomagno, con vista sulla valle del Teggina.
Tra viuzze scoscese s’incontrano la Bastia medievale e la chiesa di San Michele, scrigno di arte rinascimentale.
L’Ecomuseo della Castagna anima seccatoi, mulini e sentieri ombreggiati, narrando antichi mestieri.
Silenzio, autenticità e orgoglio dei “Córsi” rendono questo paese un gioiello del Casentino.
Abbarbicato al fianco sinistro dell’alta valle del torrente Teggina, Raggiolo appare all’improvviso tra castagneti secolari e dirupi di pietra: un borgo verticale, di ripide vie lastricate, che domina la valle con scorci spettacolari sul Casentino. Fondato – secondo la tradizione – da genti gote o longobarde nel VII secolo, il paese compare nei documenti nel 967, quando l’imperatore Ottone I lo infeuda a Goffredo d’Ildebrando. Dal Duecento al Quattrocento fu roccaforte dei Conti Guidi; Guido Novello vi trasferì la sua corte (1301-1322) trasformando il castello in una piccola capitale montana. La fortezza, distrutta nel 1440 dalle truppe di Niccolò Piccinino, non fu più ricostruita: ne restano i ruderi della Bastia, subito sopra il borgo.
La collocazione lungo il Teggina favorì nel Medioevo fucine e ferriere; la lavorazione del ferro, alimentata da acqua ed abbondante legname, riforniva Arezzo e Bibbiena. Quando l’economia rurale prese il sopravvento, il castagno divenne risorsa primaria, modellando paesaggio e cultura. Ancora oggi Raggiolo è “il paese dei Córsi”: un’espressione che ricorda i pastori corsi immigrati alla fine del Quattrocento e naturalizzati nel 1550, la cui indole fiera e autonoma rivive nel carattere degli abitanti. Oggi il borgo, recuperato con sapienti restauri, è meta di turismo slow, escursioni e vacanze estive all’insegna della quiete e dell’aria pura del Pratomagno.
Chiesa di San Michele Arcangelo – Ricavata dall’antico palazzo di Guido Novello, custodisce sulla facciata un pregevole portale gotico in pietra e, all’interno, una Madonna col Bambino (XV sec.) attribuita alla bottega di Andrea Ferrucci. Davanti alla chiesa si apre la piazzetta da cui parte la breve salita alla Bastia.
L’Ecomuseo della Castagna e della Transumanza di Raggiolo, antenna dell’Ecomuseo del Casentino, si sviluppa in via del Mulino e in vari spazi diffusi del borgo. Il Centro di Interpretazione raccoglie utensili d’epoca, immagini, video e la celebre Mappa della Comunità, offrendo una chiave di lettura della “civiltà del castagno” e delle antiche transumanze verso la Maremma. Il percorso prosegue all’aperto tra vicoli selciati e architetture rurali, toccando la Sala dei Còrsi, il Muro delle Parole Dimenticate e la Stanza del Tempo, dove dialetti, mestieri e memorie collettive rivivono grazie alla Brigata di Raggiolo. Lentezza, silenzio e castagneti curati come un giardino incorniciano un viaggio che custodisce l’identità montana e l’orgoglio dei “Córsi”.